Fabri Fibra, Caos: il decimo album del rapper di Senigallia, a distanza di cinque anni dal suo precedente disco.
Cinque anni dopo, riecco Fabri Fibra. Il rapper di Senigallia è pronto a riprendersi la scena con un album denso, pieno, colmo di significato, di rime e di contraddizioni. In perfetto stile Fibra. O forse no. In effetti l’artista marchigiano, uno dei maestri del nostro rap, forse il primo vero rappresentante della scena hip hop a raggiungere il successo mainstream, non era mai sparito. In questi anni aveva infatti prestato la propria penna a tantissima cantanti, vicini o lontani dal suo mondo, per collaborazioni più o meno azzeccate. Non si era però mai cimentato in nuove produzioni tutte sue.
Ritorna a lavorare per sé solo in questo 2022, ma portandosi dietro anche tutte le esperienze raccolte in questo periodo di ‘assenza’. A partire dal numero di feat presenti in questo album, tanti e variegati. Ad acuire ancora di più quel senso di Caos presente nel titolo e richiamato dalla title track. Un caos per nulla calmo, e forse nemmeno tanto casuale…
Fabri Fibra, Caos: la recensione
C’è un nuovo Fibra in questo decimo lavoro? Sì e no. Si potrebbe piuttosto dire che c’è un’alternanza tra un Fibra molto vicino a quello delle origini e dei grandi successi e un altro che non ha mollato del tutto la versione mainstream degli anni Duemiladieci. Il tutto condito da via vai, se non di linguaggi, quanto meno di mondi musicali.
D’altronde, il rapper di Senigallia è uno dei padri del nostro rap. A 45 anni rientra appieno in una generazione che oggi ha raggiunto la maturità, la stessa di Marracash e Gué, quella che ha ‘sfruttato’ il lavoro sporco di artisti come i Neffa. Tutti nomi che, non a caso, sono presenti anche in questo disco, per dare continuità a un certo modo d’intendere il rap, quello nato quando a farlo “erano solo in sei“, come rappato in Cocaine.
Ma c’è anche una bella ventata di giovani ‘eredi’ dei rapper che furono, perché Fibra non chiude le porte al futuro: da Lazza e Madame a Ketama126. E non mancano artisti di mondi molto distanti da quello del rapper marchigiano, come Maurizio Carucci degli Ex-Otago, Colapesce e Dimartino, e anche Francesca Michielin.
Una serie di apparizioni, a volte comparse, a volte veri co-protagonisti, che danno il senso di un disco che passa agilmente da basi vecchio stile a momenti tendenti al rock (soprattutto nei pezzi prodotti da Ketama), con incursioni in un mondo pop, dance da discoteca (Stelle, prodotta da Dardust), o a un caldo R&B (Sulla giostra), con anche un accenno jazzistico nella raffinata Noia con Marracash, sicuramente il brano più complicato e affascinante dell’intero progetto.
Un caos vero, o forse semplicemente le mille e più facce di un artista che ha saputo cambiare il suo stile, crescere e sperimentare, ‘tradendo’ i vecchi fan, costruendoseli di nuovi, recuperandoli, ma senza mai deluderli davvero. Perché Fibra è sempre rimasto Fibra, e lo è ancora oggi. Una delle penne più lucide ed esplicite della nostra musica, non solo rap. Un artista che parla con la stessa libertà di politica (Propaganda), depressione (Noia), marijuana (Fumo erba), mantenendo sempre una lucidità che spiazza, anche quando non si è d’accordo con le sue parole.
Ma è questo che fa di lui un vero artista, inimitabile anche se molto imitato, irraggiungibile anche se a volte superato. Un rapper di spessore, uno di quelli che può permettersi di campionare Gino Paoli, Miles Davis e Charles Bukowski senza apparire fuori luogo e fuori fuoco. Se non è classe questa…
Caos: la tracklist
1 – Intro
2 – GoodFellas (feat. Rose Villain)
3 – Brutto figlio di
4 – Sulla giostra (feat. Neffa)
5 – Stelle (feat. Maurizio Carucci)
6 – Propaganda (feat. Colapesce e Dimartino)
7 – Caos (feat. Lazza e Madame)
8 – Pronti al peggio (feat. Ketama126)
9 – Fumo erba
10 – Demo nello stereo
11 – El diablo
12 – Amici o nemici
13 – Cocaine (feat. Gué e Salmo)
14 – Noia (feat. Marracash)
15 – Nessuno
16 – Liberi (feat. Francesca Michielin)
17 – Outro
Voto: 7.5
Di seguito il video di Noia: